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CONCORSO “MATTEOTTI PER LE SCUOLE”

Concorso Nazionale “MATTEOTTI PER LE SCUOLE”,
promosso dalla Fondazione di Studi Storici Filippo Turati e dalla Fondazione Giacomo Matteotti – ETS,
d’intesa con il Ministero dell’Istruzione e del merito –
Direzione Generale per lo Studente, l’Inclusione, l’Orientamento e il Contrasto alla dispersione scolastica,
per l’anno scolastico 2024-2025.

Il tema prescelto è “Legalità, solidarietà e rispetto della persona nella testimonianza di Giacomo Matteotti”.

La scadenza è fissata al 31 marzo 2025.

In allegato il bando.

0 BANDO 2024-25 Concorso Matteotti per le scuole con All. A

Il Presidente della Fondazione di Studi Storici “Filippo Turati”

Prof. Maurizio Degl’Innocenti

Fondazione di Studi Storici “Filippo Turati”
via M. Buonarroti, 13
50122 – Firenze
+39 055.243123

www.fondazionestudistoriciturati.it

Matteotti Per Noi – 30 ottobre 2024 | LUCCA

Un comics per Matteotti
Un comics per Matteotti

In occasione del Lucca Comics

presso la Sala Tobino (Palazzo della Provincia, Cortile Carrara) 

incontro sui 100 anni dall’omicidio Matteotti

presentazione del fumetto

Matteotti Per Noi

Realizzato all’interno del progetto Giacomo Matteotti per le scuole e le giovani generazioni, promosso da Fondazione Circolo Fratelli Rosselli, in collaborazione con l’Istituto di istruzione superiore Salvemini – Dica d’Aosta di Firenze, con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Struttura di missione anniversari nazionali ed eventi sportivi nazionali e internazionali

Il Cric alla 34esima edizione del Salon de la Revue a Parigi: rappresentata anche Firenze

Presenti 23 riviste, tra cui i Quaderni della Fondazione Rosselli di Firenze

Firenze, 12 ottobre 2024 – Il Coordinamento delle riviste italiane di cultura, presieduto da Valdo Spini, partecipa alla 34/a edizione del Salon de la Revue a Parigi, in corso nella capitale francese fino a domani. Nel banco italiano sono presenti 23 riviste e un bel po’ di Firenze, visto che ci sono anche i Quaderni della Fondazione Rosselli: la delegazione italiana è guidata dalla vicepresidnete Maria Panetta, direttore di Diacritica.

“Il Coordinamento delle riviste italiane – ha sottolineato Spini che è anche presidente della Fondazione Rosselli di Firenze – promuove la presenza della nostra nazione a questo importante appuntamento”.

25 ottobre ’24 – IO VI ACCUSO GIACOMO MATTEOTTI E NOI di Concetto Vecchio

25 ottobre 2024 | ore 10 | FIRENZE

Teatro Cantiere Florida

Via Pisana 111r – Firenze

presentazione del libro di Concetto Vecchio

IO VI ACCUSO

GIACOMO MATTEOTTI E NOI

(UTET Ed.)

Modera Valdo Spini, Presidente Fondazione Circolo Rosselli

Sarà presente l’autore

si prega di confermare a fondazione.circolorosselli@gmail.com 

11 ottobre ’24 – I PROCESSI MATTEOTTI: IL FATTO DI REATO NEL SISTEMA PENALE E PROCESSUALE DELL’EPOCA

VENERDÌ 11 OTTOBRE 2024 ORE 15.00
FIRENZE, PALAZZO STROZZI, SALA FERRI

Seminario sul tema
I PROCESSI MATTEOTTI:
IL FATTO DI REATO NEL SISTEMA PENALE
E PROCESSUALE DELL’EPOCA

MICHELE ROSSI
Saluto e apertura dei lavori
LUCIANO PALLINI
Messaggio di saluto
ALBERTO AGHEMO
Presenta e modera
ZEFFIRO CIUFFOLETTI
Dal biennio rosso al biennio nero, contesto e prodromi del delitto
Matteotti
VALDO SPINI
La ragion politica dell’assassinio di Giacomo Matteotti
MICHELE DI SIVO
I processi Matteotti negli Archivi di Stato. Dalle acquisizioni alla
digitalizzazione
GIAMPIERO BUONOMO
I fatti incontestati delle istruttorie matteottiane
RICCARDO CARLONI
Inquadramento normativo dei “Processi Matteotti”
ALBERTO AGHEMO
Conclusioni

Mercoledì 9 ottobre – L’oppositore. Matteotti contro il fascismo di Mirko Grasso

Nel centenario dell’assassinio di Giacomo Matteotti
Mercoledì 9 ottobre, ore 17
Società di Mutuo Soccorso di Rifredi 1883
Via Vittorio Emanuele II 303, Firenze
Presentazione del libro
L’oppositore.
Matteotti contro il fascismo
di Mirko Grasso, Carocci Editore 2024
ne discutono, con l’autore
Fabio Bertini
Marino Biondi
Ariane Landuyt
Valdo Spini

 

QCR n. 3-4/2024 “Il centenario matteottiano” “La città metropolitana di Roma Capitale”

E’ uscito il Quaderno del Circolo Rosselli n. 3-4/2024 “Il centenario matteottiano” “La città metropolitana di Roma Capitale”

Descrizione

«“L’aria di Fratta era calda quel giorno. Lo era sempre in agosto, soffocava, ci pesava addosso.

Io preferivo gli inverni, la neve che si accucciava tenera sulle nostre pianure, fresca, densa di quella purezza che adesso tanto mi ricordava Giacomo. Pesava la sua bara sulle nostre spalle, pesava la croce che il parroco reggeva in cima al corteo. Nell’afa di agosto non c’era niente di puro.

Già sentivamo il marcio che si faceva strada in quell’Italia che aveva tacitamente permesso il martirio del nostro Giacomo; un’Italia infetta, pensavo, traviata e prossima ad una fine già annunciata.

Da lì in poi, le cose sarebbero cambiate. Lo si respirava tutto intorno, lo si leggeva sui giornali che a breve sarebbero stati chiusi, lo si sentiva nei racconti di chi, come Giacomo, aveva il coraggio di parlare.

Di chi ne pagava le conseguenze. Quel giorno il treno aveva attraversato pianure e campagne, prima di arrivare a Fratta, prima di riportarcelo a casa in una bara mezza vuota.

Del corpo già non c’era più niente, solo le ossa c’erano rimaste, i denti con cui l’avevano riconosciuto. È lui, non c’è dubbio, l’onorevole Matteotti.

Cosa avevano visto i suoi ultimi occhi oltre al nero assassino e alla terra arida? Dove era andato, libero, il suo pensiero in quegli ultimi attimi? Avrei voluto essere un rado filo d’erba, un soffio di vento, avrei voluto essere il sole che scaldava Roma, per sentire le sue ultime parole e farmene portavoce.

Tempesta, così lo chiamavamo. Avevo sempre associato quel nome alla sua irruenza, alla sua capacità di perseverare instancabilmente come l’acqua che viene dal cielo e scava la terra, scuote gli alberi, inonda le vie, ma quel giorno avevo capito che Giacomo era diventato un’altra Tempesta. Una tempesta vitale che purifica, trascina via tutto quello che del mondo è sporco, porta alla luce ciò che sta sotto gli occhi di tutti ma ricoperto da uno strato di polvere…”»

Anya Crocetti

Al Pisa Book Festival la presentazione del nuovo Quaderno Rosselli su Matteotti

Vi aspettiamo

Venerdì 4 ottobre, ore 16.00 | Chiesa San Vito (Pisa)

Presentazione del Quaderno del Circolo Rosselli n. 3-4/2024

IL CENTENARIO MATTEOTTIANO

ha moderato

CHIARA CINI

sono intervenuti

PIETRO FINELLI

VALDO SPINI

GIULIO TALINI

 

26 settembre ’24 – In memoria di Franco Fortini a trent’anni dalla scomparsa

Giovedì 26 Settembre | h.17.00
Fondazione Circolo Fratelli Rosselli, via degli Alfani, 101 R
In memoria di Franco Fortini a trent’anni dalla scomparsa

Intervengono Luca Lenzini, Paolo Maccari e Massimo Rafaelli
Saranno in particolare considerati i recenti volumi: Luca Lenzìni, Note di servizio per Franco Fortini (Pacini, 2024)
e Franco Fortini, Traduzioni disperse e inedite, a c. di Luca Lenzini, Mandadori (Lo specchio, 2024

17 settembre ’24 | FCR ROMA – Riccardo Lombardi, 40 anni dalla scomparsa

Martedì 17 settembre | h. 17:30

Fondazione Circolo Fratelli Rosselli – ROMA

presso ESSMOI via Arco del Monte, 99 a, Roma

RICCARDO LOMBARDI

40 ANNI DALLA SCOMPARSA

Valdo Spini, Presidente Fondazione Circolo Rosselli

Anna Foa, Presidente Fondazione G.E. e V. Modigliani

Fabio Martini, Giornalista e saggista

Interverrà il figlio Claudio Lombardi

Valdo SPINI – I “Matteottini”: Pertini, Rosselli, Saragat.

Valdo SPINI

I “Matteottini”: Pertini, Rosselli, Saragat.

Giacomo Matteotti fu certamente un martire della violenza fascista, un uomo che la sfidò da subito fino all’estremo sacrificio. “Adesso preparate il mio elogio funebre” disse al deputato socialista friulano Giovanni Cosattini che gli sedeva accanto il 30 maggio 1924 e si era congratulato con lui per il suo discorso. Il suo assassinio delegittimò per sempre il regime fascista. Ma la sua figura è anche quella di un vero e proprio maestro politico. Il Segretario del PSU (Partito Socialista Unitario) era radicale nei principi: pace, libertà, democrazia, giustizia sociale, e riformista nel metodo nel senso dell’azione concreta e continua per l’elevazione delle classi lavoratrici e per la loro emancipazione politica.

Tradotto in termini di attualità questo significa l’invito ad occuparsi delle classi e dei ceti che sono rimasti indietro e di quegli stessi strati delle classi lavoratrici e del ceto medio che non si sono più sentiti difesi dai partiti tradizionali della sinistra e del centro-sinistra.

Nel 1924 l’uccisione di Giacomo Matteotti suscitò anche l’impegno politico di una nuova generazione di giovani socialisti, che possiamo definire “i Matteottini” e che ebbe per principali esponenti Sandro Pertini, Carlo Rosselli, Giuseppe Saragat.

Carlo Rosselli, col fratello Nello e altri giovani reduci dalla Prima guerra mondiale, aveva dato vita a Firenze al Circolo di Cultura, libera palestra di confronto e di dibattito sui temi di attualità alla ricerca di un orientamento politico nella difficile e confusa situazione che era venuta a crearsi nel primo dopoguerra.

Dopo l’assassinio di Giacomo Matteotti scatta l’imperativo dell’impegno e della lotta. Carlo Rosselli redige una dichiarazione di adesione al Partito Socialista Unitario, sottoscritta da numerosi soci del Circolo, dichiarando che dopo l’assassinio di Giacomo Matteotti “non è più lecito ai cittadini che hanno senso di responsabilità rimanere isolati e inerti”, che le divisioni in merito all’intervento nella I guerra mondiale (cui Matteotti era stato intransigentemente contrario) sono ormai superate e conclude che i firmatari “ accettando i principi e il  programma del Partito Socialista Unitario, domandano la loro iscrizione al partito stesso”. Con Carlo Rosselli firmano, tra gli altri, Gaetano Salvemini, Manara Valgimigli, Ugo Procacci, Gino Luzzatto, Piero Jahier e Tommaso Ramorino, personaggi che erano o diventeranno molto noti nella cultura italiana.

Rosselli evolverà e preciserà in seguito la sua visione del socialismo riformista, teorizzando nel 1930 quel “socialismo liberale” che metterà alla base del suo movimento Giustizia e Libertà. Un punto di riferimento anche oggi per chi intende costruire, all’insegna di un’etica della responsabilità collettiva, una società giusta che riconosca l’iniziativa privata ma che sia altresì dotata di quei meccanismi che impediscano alle disuguaglianze di diventare insostenibili. Ristretto nel confino di Lipari, ne evase con una clamorosa impresa che lo portò in Francia e poi a partecipare alla difesa della Repubblica spagnola.

Nel 1934, decennale dell’uccisione di Matteotti, , Rosselli scrisse nell’esilio parigino  un testo, Giacomo Matteotti eroe tutto prosa,  in cui magistralmente descriveva il grande personaggio politico che si occupava altresì personalmente delle organizzazioni sindacali e politiche per il miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori del suo polesine , del segretario del Psu che non disdegnava di prendere il secchiello della colla e di scendere personalmente a Roma, in piazza Colonna, a riattaccare i manifesti strappati dai fascisti.

Anche il futuro Presidente della Repubblica (1978-1985), Sandro Pertini, si iscrive al Psu dopo l’assassinio di Matteotti. Pertini si trovava a Firenze, dove compiva gli studi per una seconda laurea al “Cesare Alfieri”, tema la cooperazione. In una lettera datata giugno 1924, ma che si ritiene scritta dopo il ritrovamento del cadavere del deputato socialista nell’agosto, indirizzata all’avv. Diana Crispi, Segretario della Sezione Socialista Unitaria di Savona, chiede l’iscrizione al PSU. Dopo avere affermato che da tempo l’idea socialista era racchiusa nel suo animo come “purissima religione”, chiede altresì “l’onore” di retrodatarla al 10giugno, giorno del rapimento e dell’assassinio di Giacomo Matteotti. Così esprime la necessità della sua militanza: “Raccogliamoci nella memoria del nostro martire attendendo la nostra ora. Solo così non sarà vano tanto sacrificio.”

Pertini chiamava “maestro” Filippo Turati il leader storico del socialismo riformista e rimase sempre fedele alla sua militanza socialista, anche quando era condotta in posizioni di minoranza. Nel 1929 egli fu l’unico che il momento della condanna di fronte al tribunale Speciale per la Difesa dello stato che gli irrogò dieci anni di reclusione per propaganda antifascista a gridare “viva il socialismo”, in un momento in cui venivano condannati comunisti e anarchici. Scontò quattordici anni di carcere e di confino senza un giorno di interruzione.

Il futuro Presidente della Repubblica pur da socialista riformista, portò sempre, nel suo percorso politico un’attenzione particolare ai problemi dell’unità della classe operaia. Possiamo dire che forse egli è stato alla lunga il miglior prodotto della tradizione del socialismo riformista italiano. Nel 1970, in un periodo in cui ancora latitavano la pubblicazione di scritti di e su Giacomo Matteotti, Pertini da Presidente della Camera fece pubblicare i tre volumi dei Discorsi parlamentari del deputato socialista. E oggi sappiamo quale valore abbiano, per l’impegno meticoloso e puntuale che Matteotti stesso metteva nella preparazione, ad esempio, di quelli di argomento economico. E chi andrà a leggerseli potrà gustare un confronto dialettico tra Benedetto Croce, Ministro dell’istruzione nell’ultimo governo presieduto da Giovanni Giolitti e il giovane deputato socialista sul tema dell’istruzione popolare.

Ricordo personalmente la commozione di Pertini quando sentì che Umberto Terracini, uno dei leaders della scissione del Partito Comunista Italiano, aveva detto che “a Livorno Turati aveva ragione”, cioè che al congresso di Livorno del 1921 dove si era svolta quella scissione le posizioni del leader riformista sulla rivoluzione sovietica e sulle caratteristiche del socialismo italiano -che non andava confuso con quella- si erano dimostrate, a lungo andare, fondate.

I funerali del segretario comunista Enrico Berlinguer e la calorosa accoglienza che quella immensa folla riservò al Presidente della Repubblica furono la dimostrazione del profondo legame tra le classi popolari italiane e il vecchio socialista.

Giuseppe Saragat, un altro futuro Presidente della Repubblica (1964-1971), si era iscritto al partito già nel 1922, militando nel Psu di Matteotti e Turati costituitosi il 4 ottobre di quell’anno. Turati commentò che in un periodo in cui molti lasciavano il partito perché colpito dalla violenza fasciata, il giovane Saragat vi era invece entrato.

Il Psu venne sciolto d’autorità il 14 novembre 1925 ancor prima che le “leggi fascistissime” sciogliessero tutti i partiti eccetto il Pnf nel 1926. Lo scioglimento del Psu fu decretato in seguito al fallito attentato a Mussolini di un suo esponente, Tito Zaniboni, che peraltro aveva agito a livello del tutto individuale. Ma già il 29 novembre successivo il Psu si ricostituì clandestinamente col nome di PSLI (Partito Socialista dei Lavoratori Italiani) il nome che il partito aveva assunto al congresso di Reggio Emilia del 1893, introducendo il sostantivo socialista nel nome di quello che alla sua fondazione nel 1992 era stato semplicemente Partito dei lavoratori italiani. A dirigere il Psli venne eletto un triumvirato, composto da Claudio Treves, Giuseppe Saragat e Carlo Rosselli. Treves era considerato con Turati uno dei due “dioscuri” che avevano guidato il socialismo riformista italiano, Rosselli e Saragat due giovanissimi, rispettivamente di 26 e 27 anni.  Con le leggi “fascistissime”, che soppressero le libertà politiche, Saragat e Treves furono costretti all’esilio, valicando il confine con la Svizzera  nella notte tra il 19 e il 20 novembre 1926: Un mese dopo Carlo Rosselli e Sandro Pertini, insieme a Ferruccio Parri, il 12 dicembre 1926, riuscirono a far fuggire in Corsica, con un motoscafo guidato da Italo Oxilia, l’anziano leader socialista  Filippo Turati, pur essendo questi stato privato del passaporto e tenuto di fatto prigioniero in casa dalla polizia del regime,

Saragat poi trovò rifugio in Austria. entrando in contatto con alcuni autorevoli esponenti dell’austromarxismo che teorizzavano la conciliabilità del pensiero di Marx con la socialdemocrazia (in particolare Karl Renner e Otto Bauer). Un’esperienza che influenzò profondamente la sua formazione intellettuale. Di qui il suo libro, L’humanisme marxiste, pubblicato a Marsiglia nel 1936. Nel frattempo, si era spostato a Parigi dove aveva partecipato al congresso di riunificazione socialista del 1930. Con il suo umanesimo marxista cercava appunto di conciliare Marx con la democrazia del socialismo. Fu la sua concezione intransigente della democrazia che lo oppose nettamente al comunismo e lo portò alla scissione di Palazzo Barberini del 1947 contro la politica frontista del Psi di Pietro Nenni e con la formazione del rinato Psli che poi trasformò in Psdi, Partito Socialista Democratico Italiano. Nel clima di scontro frontale del tempo, il suo partito rimase minoritario nella classe lavoratrice. Venne eletto Presidente della Repubblica nel 1964 al ventunesimo scrutinio, dopo una lunga battaglia parlamentare contro il candidato della Democrazia Cristiana e ottenne nella circostanza anche i voti del Partito Comunista Italiano.

Possiamo quindi definire “Matteottini”, questi tre personaggi, Sandro Pertini, Carlo Rosselli, Giuseppe Saragat espressione della generazione giovane dell’antifascismo degli anni Venti.

Nel suo discorso di insediamento alla Presidenza dell’Assemblea costituente il 20 giugno 1946, lo stesso Saragat volle commentare la sua elezione proprio con questo riferimento: “, È un omaggio verso coloro che, giovani nel 1922, hanno raccolto con le loro deboli forze, ma con una fede stimolata dall’esempio dei loro padri, la fiaccola della libertà e della giustizia. Molti di questi giovani ne sono stati arsi ed è per questo che pochi sono i superstiti; tutti ne sono stati illuminati.”

Giacomo Matteotti era stato ucciso nel 1924 a trentanove anni. Carlo Rosselli nel 1937, a Bagnoles de l’Orne era stato ucciso a trentotto anni con il fratello Nello, di un anno più giovane, dalla Cagoule, un’organizzazione terroristica di destra francese su mandata del governo fascista italiano.

Anche Pertini e Saragat avevano rischiato di finire uccisi, in particolare quando, durante la Resistenza, ambedue vennero imprigionati e condannati a morte a Roma nell’ottobre 1943.Furono salvati da un audace colpo di mano di patrioti socialisti, tra cui Giuliano Vassalli, che riuscì a farli evadere il 24 gennaio del 1944. Se non fossero stati liberati sarebbero invece con tutta probabilità finiti alle Fosse Ardeatine il successivo aprile. La triste lista dei 335 uccisi per rappresaglia dai nazisti dopo l’attentato di via Rasella, cominciava proprio con i prigionieri politici condannati a morte e con gli ebrei.

La storia, che abbiamo sommariamente narrato, dei “Matteottini” costituisce la riprova della fecondità del sacrificio di Giacomo Matteotti e della dimensione profonda della sua eredità, etica e politica.

 

16 settembre ’24 – al Rosselli presentazione del libro “Mi racconto da sola” di Maria Francesca Comerci

Alle cinque della sera

Il libro “Mi racconto da sola” di Maria Francesca Comerci (Delta3 Edizioni), sarà presentato lunedì 16 settembre, ore 17, allo spazio della Fondazione Rosselli (Via degli Alfani 101/r Firenze).

Interventi di Anna Salfi, presidente Fondazione “Argentina Bonetti Altobelli” Emilia-Romagna, e Valdo Spini, presidente Fondazione Circolo Rosselli. Coordina Andrea Puccetti, Fondazione Circolo Rosselli. Sarà presente Antonio Comerci, curatore del libro.

 Il libro è il diario appassionato di Maria Francesca Comerci (Siderno 1949 – Narni 2014). Una donna impegnata dal femminismo al sindacato, dalla valorizzazione del territorio e dell’ambiente alla salute delle donne. Mezzo secolo di storia con le sue storie.

Maria Francesca Comerci ha scritto sempre tanto e negli ultimi tempi anche un diario personale andando a rivedere le fasi della sua vita. L’ha terminato nel 2014, alla vigilia della sua scomparsa, il 3 dicembre.

Nella seconda parte del libro ci sono le testimonianze degli amici. Hanno risposto in tanti sull’attività a Narni, l’esperienza dell’Associazione donne operate al seno (Ados) e poi le relazioni a Roma da sindacalista della Cgil, l’esperienza all’Udi, le amiche di Firenze. In queste testimonianze si coglie appieno il valore, la caparbietà, i risultati della sua attività.  Infine, l’appendice con il “curriculum storico” con le attività di studiosa, ricercatrice, giornalista, pedagoga.

Una vita ricca di esperienze, vissuta con passione, caparbietà e inventiva. Le sue idee vivono ancora in tutti coloro che l’hanno conosciuta.

Per ogni copia del libro, due euro verranno destinate all’Associazione di Narni per la Lotta Contro il Cancro.

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