Presentazione del libro curato da Luca Giannelli sulla Firenze degli anni ’60
Mercoledì 19 marzo 2014, alle ore 17 presso i locali della Fondazione Circolo Fratelli Rosselli (Spazio QCR), via degli Alfani 101r a Firenze, presentazione del libro Firenze. Gli irripetibili anni ‘60 a cura di Luca Giannelli (Scramasax).
Presiede Valdo Spini, presidente Fondazione Circolo Fratelli Rosselli
Intervengono
Marcello Giannini, giornalista Rai
Fabrizio Borghini, giornalista esperto di cinema
Andreas Lotti, giornalista di moda
Paolo Serena, giornalista di moda
Alessandro Fiesoli, cronista sportivo de La Nazione
Coordina Pier Francesco Listri Sarà presente il curatore, Luca Giannelli
Saranno presenti anche alcuni campioni dello sport fiorentino dell’epoca; durante la presentazione verranno proiettate foto tratte dal volume.
9 novembre, ore 9.30- Palazzo Vecchio: tavola rotonda Riviste e beni culturali. Iniziativa del Cric a Florens 2012
Venerdì 9 novembre alle 9.30, nella Sala dei Duegento (Palazzo Vecchio, Firenze), si è tenuto l’incontro “Riviste e beni culturali“, a cura del Coordinamento delle Riviste Italiane di Cultura (CRIC), presieduto da Valdo Spini e del quale fanno parte i “Quaderni del Circolo Rosselli”. La tavola rotonda si è svolta nell’ambito della II edizione di Florens, biennale internazionale dei beni culturali e ambientali.
L’iniziativa ha voluto di offrire una seria riflessione sullo stretto legame tra la rivista, strumento critico insostituibile per creare e diffondere cultura, e i Beni Culturali, la loro difesa e la loro valorizzazione. Nell’attuale situazione di crisi, ci si dimentica troppo spesso che la lingua italiana è la quinta studiata nel mondo, mentre i nostri Beni Culturali costituiscono un’attrattiva a livello mondiale il cui valore va continuamente rinnovato e riproposto.
Introduzione:
Valdo Spini, presidente dell’Associazione delle Istituzioni di Cultura Italiane (Aici).
Interventi:
Umberto Allemandi, presidente della Umberto Allemandi & C. spa (Torino) e della Umberto Allemandi & Co. (Londra e New York)
Pietro Clemente, professore di Antropologia culturale presso l’Università di Firenze
Simona Costa, professore ordinario di Letteratura italiana contemporanea all’Università Roma Tre
Conclusioni:
Aureliano Bendetti, Consiglio di Gestione di Intesa Sanpaolo e vicepresidente Fondazione Florens
Roberto Cecchi, Sottosegretario al Ministero dei Beni Culturali
[btn color=”orange” url=”http://www.rosselli.org/?p=10982″] L’INTERVENTO DI VALDO SPINI[/btn]
Lunedì 30 giugno 2014 alle 17.30si terrà, presso i locali della Fondazione Circolo Fratelli Rosselli (via degli Alfani 101r, Firenze), il primo incontro del ciclo “I problemi della democrazia italiana”, dedicato al tema della corruzione in Italia. Relaziona il prof. Alberto Vannucci, dell’Università di Pisa.
Il ciclo di incontri riprenderà in autunno.
Alberto Vannucci insegna Scienza Politica presso il Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa, dove dirige il Master in Analisi, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della corruzione, organizzato insieme a Libera e Avviso pubblico. Tra le sue ultime pubblicazioni sulla corruzione: Atlante della corruzione (Ega 2012), The hidden order of corruption (Ashgate 2012, con D. della Porta), Mani impunite (Laterza 2007, con D. della Porta).
Presentazione del volume a cura di Massimo M. Augello e Marco E. L. Guidi
Giovedì 27 settembre 2012, alle 17.00, presso la sede dell’Accademia dei Georgofili (Logge Uffizi Corti, Firenze), Valdo Spini, Presidente della Associazione delle Istituzioni di Cultura Italiane (AICI) e della Fondazione Circolo Fratelli Rosselli, e il Prof. Marino Biondi, dell’Università degli Studi di Firenze, hanno presentato il volume “Riccardo Dalla Volta. Crisi della concorrenza, concentrazioni industriali e imperialismo all’alba del novecento” (edito da Fondazione Spadolini – Nuova Antologia. Le Monnier).
Erano presenti i curatori, Massimo M. Augello e Marco E.L. Guidi.
Presentazione alla FCR di Firenze del volume “Il potere dei giganti” del noto politologo inglese Colin Crouch
Si è tenuta giovedì 18 ottobre alle 17.30, presso i locali della Fondazione Circolo Fratelli Rosselli, , la presentazione del volume del sociologo e politologo inglese Colin Crouch, Il potere dei giganti. Perchè la crisi non ha sconfitto il neoliberismo
(Laterza, Roma-Bari 2012)
L’incontro è stato presieduto da Franca Alacevich, Preside della Facoltà di Scienze Politiche a Firenze, e coordinato da Debora Spini (Syracuse University in Florence). Oltre all’autore, sono intervenuti Andrea Ichino (Università di Bologna) e Daniel Innerarity (Universita di Saragozza).
Venerdì 10 aprile, alle 17 presso l’Istituto Storico della Resistenza in Toscana (Sala della Biblioteca- Via Carducci 5/37, Firenze) si presentano gli ultimi due numeri della rivista “Quaderni del Circolo Rosselli”: il n. 3/2014, dalla Resistenza alla Repubblica. Nel 70° della Liberazione di Firenze e il n. 4/2014, Quello straordinario 1944. Nel racconto dei protagonisti (a cura di Mirco Bianchi).
Intervengono Leonardo Bianchi, Alberto De Bernardi, Gaspare Polizzi, Ettore Rotelli.
Sono presenti i curatori Valdo Spini e Mirco Bianchi.
Giovedì 18 febbraio, l’ultimo della serie di quatto incontri online organizzati da Fondazione Circolo Rosselli e Censis sulla situazione sociale dell’Italia causata dalla pandemia
Roma, 19 febbraio 2021 – “Il nostro Paese sembra seduto, in letargo, in trance. Mi sono sempre entusiasmato per la vitalità italiana, ma oggi, se mi guardo intorno, non la trovo”. Sono le constatazioni di Giuseppe De Rita, presidente del Censis, ieri durante l’ultimo dei quattro seminari online organizzati dalla Fondazione Circolo Fratelli Rosselli insieme allo steso Censis per discutere sulle prospettive sociali aperte dalla crisi del Covid-19 in Italia. L’appuntamento di ieri si intitolava “Quello che resterà dopo lo stato di eccezione”.
De Rita ha ripercorso le tappe del 2020 che ci ha trovati, ha detto, “del tutto impreparati. Su tutti i fronti: sanitario, scolastico, politico. Siamo andati avanti rincorrendo il virus, ma anche la crisi economica. Che cosa è stata la stagione dei bonus se non una rincorsa dei bisogni?”. “Una delle tragedie – ha sottolineato poi il presidente Censis – è che abbiamo avuto una fragorosa comunicazione, che ha creato partecipazione emotiva, ma l’informazione è stata inesistente. E se le persone non sono informate, come si rimettono in gioco? Si sono intrecciati diversi problemi: da una parte, una politica che ha rincorso il contagio, dall’altro, una società spenta e in letargo, quasi disumanizzata. Di solito sono ottimista, ma bisogna avere consapevolezza dei rischi che stiamo correndo”.
“Il virus non ha colto un Paese in pieno sprint, consapevole dei propri problemi. La pandemia, anzi, ci ha trovati impreparati di fronte a questioni che stiamo accumulando da anni”, ha sottolineato l’economista Paolo Baratta. “C’è la necessità di un ripensamento di fondo delle cose, di un intervento pubblico, non di assistenza, ma che ridisegni il sistema, riattivando la vitalità dei soggetti”. In un’Europa nata per una convergenza economica dei suoi membri, ma che poi si è concretizzata in una divergenza fra Paesi più ricchi e Paesi più poveri, che crescono meno degli altri – come capita a noi da molto tempo – si rischiano dualismi non più recuperabili, ha spiegato ancora Baratta. “Che cosa rappresenta questo Recovery plan per l’Europa? E per noi in Italia? Ci limiteremo a fare le cose che servono ad altri Paesi o individueremo le aree dove vogliamo essere competitivi? In questo, occorre un’iniezione di nuova ambizione”.
Sui temi europei si è soffermato anche Roberto Castaldi, direttore Cesue e di Euractiv Italia. “Va detto: chi ci sta tenendo a galla è l’Europa. Da qui dobbiamo partire per progettare un futuro per l’Italia”, ha affermato. “Il problema è anche saperle spendere le risorse. Solo in Campania dal 2007 ci sono 27 miliardi non investiti in due cicli pluriennali. Altri Paesi, come la Polonia, hanno usato quei fondi per farci ferrovie o scuole. Adesso la grande sfida è realizzare progetti credibili di trasformazione del Paese su alcune priorità fondamentali: transizione ecologica, digitale e aspetti culturali, come la parità di genere”. Spesso, ha sottolineato Castaldi, ci si lamenta delle norme europee, quando invece sono quelle italiane a ingolfare il sistema. “Si esalta il modello scelto per il ponte di Genova per la rapidità dell’intervento. Ebbene, in quel caso si sono seguite le regole europee”.
“Da una trentina di anni l’Italia è costantemente indietro rispetto ai Paesi avanzati. Oltre un quarto di secolo di decadenza storica, un declino che si legge nelle statistiche di produttività e di efficienza produttiva. In questo scenario, il Covid rappresenta un’occasione di rinascita o il colpo finale?”, si è chiesto il presidente di Telecom Italia Salvatore Rossi. “Personalmente sono ottimista. Penso che la decadenza storica possa essere sventata e rovesciata ma l’occasione data dall’Europa va presa sul serio. Vanno fatti progetti di investimento e le riforme. Queste, a costo zero, sono il presupposto stesso della buona riuscita dei progetti di investimento”.
Su che cosa resterà dopo il letargo si è soffermata Lucilla Spini, bio-antropologa dello IUBS working group on gender equality. “Si rischiano effetti su più dimensioni: salute e benessere, comunicazione e interazione, disuguaglianze. Oltre ai malati di Covid, parlando di benessere psicofisico, nessuno si può più dire in buona salute. Ci saranno effetti dovuti agli stili di vita sedentari, problemi di obesità anche infantile, così come disturbi mentali e da stress post traumatico. Sul fronte interazione sociale, assisteremo a persone sempre più sole e isolate, ci dovremo confrontare con la paure dell’altro e con la necessità di ricostruire reti di supporto. E, ancora, ci sarà il rischio dell’aumento di disuguaglianze. Anche sullo stesso piano di vaccinazione”.
L’imprenditore Andrea Puccetti ha incentrato il discorso sulla prospettiva delle imprese. Per le piccole e medie, la maggioranza in Italia, “Sarà importante che le risorse europee arrivino a tutta la filiera”, ha detto. “Ci dev’essere poi orientamento da parte dello Stato, che deve essere regolatore, anche in settori ad alta densità di capitale. Per far sì che questi grandi soggetti vincano la sfida internazionale e non vengano ‘saccheggiati’”.
“Spero che si faccia quanto ha detto il Presidente del Consiglio Mario Draghi illustrando il suo programma: che si parta dal punto di arrivo di quello che vogliamo essere nel 2026, alla fine del programma, e non da quello che siamo oggi semplicemente finanziando o rifinanziando quello che avevamo deciso in precedenza”, ha concluso Valdo Spini, presidente della Fondazione Circolo Rosselli. “Una prospettiva di ripresa non può che collocarsi in progetto delle istituzioni, del pubblico, cui le cittadine e i cittadini si sentano realmente associati. Altrimenti la vitalità e la spontaneità dei soggetti può non bastare. Un ritorno della politica, allora. Ma di una politica basata sugli ideali e sui valori. Con l’arrivo di Draghi, è stato messo un punto a spinte come il populismo, il sovranismo e la rottamazione, che a torto o a ragione avevano animato gli anni passati, definiti dal Censis nel 2017 ‘società del rancore’. Credo che nella necessità di riempire questo vuoto possano agire tanti vettori di vario tipo, anche quelli delle fedi religiose. A livello politico noi, Fondazione Circolo Rosselli ci sentiamo di rivendicare l’impulso che può venire dai valori del socialismo liberale, dalla spinta all’iniziativa economica, anche individuale, alla qualificazione personale in un quadro di etica di responsabilità collettiva, sociale”.
Il primo caso del detective contadino Pietro Bensi e del suo fagiano, il dottor Vitaliano Draghi
È un romanzo giallo originale quello scritto da Fabrizio Silei, per Giunti Editore e uscito il 20 febbraio. Appassionante come un giallo, interessante come un romanzo storico. Originale per il periodo in cui si svolgono i fatti, 1936 in piena epoca fascista, originale per la coppia di investigatori, Vitaliano giovane vice commissario e Pietro il contadino di Tavarnelle Val di Pesa, originale lo scenario dei delitti, le Cascine, Fiesole e una torre a San Gimignano. Un linguaggio seminato di parole non comuni, alcune desuete che lo rendono non banale. A alla fine del racconto, la cronaca dell’uccisione dei fratelli Rosselli in Francia che pochi conoscono.
Il giorno 16 febbraio, ore 18, si è svolta la presentazione del libro “Sul colle più alto” di Valdo SPINI
Incontro ZOOM con l’autore e i giornalisti
Sono intervenuti:
Giovanna BOTTERI corrispondente RAI Paris
Alberto TOSCANO scrittore
Presentazione del libro “Sul colle più alto” (Solferino Editore, 2022), con l’autore Valdo Spini, ex ministro e presidente AICI (Associazione delle Istituzioni Culturali Italiane)
Che cosa rende l’elezione del presidente della Repubblica un avvenimento politico così importante e imprevedibile nel suo sviluppo e, per questo, così avvincente? Una lunga storia da conoscere per capire come sarà il prossimo settennato del Presidente Mattarella, appena rieletto, in un momento delicato come quello della ricostruzione dopo la crisi della pandemia tra i destini del «governo di salvezza nazionale» e le necessità del Piano di ripresa e resilienza.
Esteri. Spini: sviluppare il ruolo italiano nei Balcani.
Si è svolto a Firenze, giovedì 16 ottobre 2014 allo Spazio Quaderni Rosselli, il convegno di studio sull’Italia e i Balcani, organizzato dalla stessa Fondazione Circolo Fratelli Rosselli in collaborazione con l’Osservatorio Balcani e Caucaso di Trento, con il contributo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, con il patrocinio del Centro di Eccellenza Jean Monnet dell’Università di Firenze.
Il convegno è stato aperto dall’On.le Valdo Spini, Presidente della Fondazione Circolo Fratelli Rosselli, che ha ricordato quanto sia stato intenso l’impegno, sia politico che in termini di missioni militari di pace nei Balcani, a partire dagli anni ’90.
Hanno poi preso la parola Ariane Landuyt, responsabile scientifico del Convegno, Luisa Chiodi per l’Osservatorio Balcani e Caucaso, il Consigliere Andrea Orizio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Max Guderzo per il Centro Jean Monnet dell’Università di Firenze.
Il convegno è proseguito con gli interventi di studiosi italiani ed europei: Klodiana Beschku, Dorin Dolghi, Giuliana Laschi, Francesco Martino, Marco Mayer, Nicola Pedrazzi, Francesco Privitera, Silvia Sassano.
“L’Italia attraversa un periodo di grandi e rilevanti responsabilità sul piano europeo ed internazionale. È in corso il semestre di presidenza di turno italiana della UE e molto presto il Ministro degli Esteri Federica Mogherini assumerà l’incarico di Alto Commissario per la politica estera e di vicepresidente della Commissione – ha sottolineato Valdo Spini”. “La politica estera italiana – ha proseguito Spini – può dare un grande contributo al successo dell’alto incarico assegnato all’attuale Ministro italiano degli Affari esteri”.
“Per quanto riguarda i Balcani in particolare –ha proseguito Spini-, la loro stabilizzazione politico, economica e sociale è strettamente collegata al processo di allargamento, ma soprattutto all’approfondimento dei contenuti dell’Unione Europea stessa.
La stessa dichiarazione del nuovo Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, che durante il suo mandato non ci saranno allargamenti, non può rimanere fine a se stessa, ma deve essere riempito di contenuti positivi verso i possibili nuovi membri dell’Unione Europea”.
“L’Italia – ha concluso Spini- è un paese di prossimità con i Balcani, non solo geografica, e può dare un grande impulso alla risoluzione dei loro problemi e nel contempo trarre giovamento da un allargamento dei rapporti in questa direzione”.
Quadro sanitario: dalla salubrità delle città alla modernizzazione delle professioni della salute
Terzo dibattito
In occasione del bicentenario della morte di Napoleone, l’Istituto francese di Firenze organizza un ciclo di dibattiti sull’eredità napoleonica in Francia e in Italia, articolato su quattro temi: pianificazione territoriale, amministrazione, economia e salute, a partire dal 5 maggio 2021, fino al 26 maggio 2021.
Per ogni tema, personalità italiane o francesi sono invitate a parlare delle eredità di Napoleone e dell’evoluzione, fino ad oggi, delle strutture messe in opera.
Il progetto è realizzato dall’Institut français Firenze, in collaborazione con la Scuola di Scienze Politiche di Firenze, il Museo Napoléon Ier a Fontainebleau, l’Associazione Amici dell’Institut français Firenze e sarà diffuso sui canali dell’Institut français e di Rai Storia. L’introduzione generale è a cura di Luca Mannori, Professore ordinario di storia delle istituzioni politiche presso la Scuola di Scienze Politiche di Firenze.
Dibattito 3 (sarà disponibile su questa pagina dalle ore 10.30 del 19 maggio 2021):
Quadro sanitario: dalla salubrità delle città alla modernizzazione delle professioni della salute
Introduzione:
Manon Hansemann, direttrice Institut français Firenze
Moderatore:
Alessandra Necci, Professore all’Università LUISS Guido Carli e scrittrice
Francesco Baldanzi, Dottorando in studi storici, “I Regi Spedali di Santa Maria Nuova e di Bonifazio di Firenze e i Lorena: riforme illuminate, trasmissione dei saperi, nuove forme di terapeutica (XVIII-XIX secolo)”
Bruno Belin, Dottore in farmacia, farmacista e Senatore dal 27 settembre 2020, segretario della commissione per la pianificazione regionale e lo sviluppo sostenibile e membro della delegazione dei diritti delle donne e delle pari opportunità.
Philippe Charlier, Medico legale, Dottore in Medicina, Dottore in Scienze e Dottore in Lettere (École pratique des hautes études, IVe section). Dal 2018, direttore del dipartimento di ricerca e insegnamento del Musée du quai Branly – Jacques Chirac
Mariella Zoppi, Professore Emerito Università di Firenze
Nell’ottica di ammodernamento ed equilibrio tra territori e miglioramento della salute pubblica, Napoleone Bonaparte riorganizza la pratica della farmacia. L’inventario delle farmacie, delle organizzazioni professionali, la formazione, il reclutamento e le ispezioni dei farmacisti sono imposti dallo Stato. I preparati officinali, in cui la chimica gioca un ruolo sempre più importante, devono essere realizzati secondo le formule che compaiono in un Codex, unico riferimento nazionale. Più di 200 anni fa si svolse in Toscana la prima campagna di vaccinazione contro il vaiolo, su iniziativa della sorella di Napoleone, Elisa Bonaparte Baciocchi.